sabato 27 novembre 2010

The Broken Window Fallancy: ecco perchè lo stato non deve offrire troppi posti pubblici









Come 600esimo post ho tenuto questa chicca economica, denominata proprio "The Broken Window Fallancy", che spero possa, tra le altre cose, far tacere un po' di quella gente che crede, ad esempio, negli incidenti stradali come stimolatori di crescita e company.

Che cosa dice questa teoria in pochissime righe?

Prendendo un ragazzino che rompe la finestra, può sembrare che egli faccia un favore alla comunità, in quanto costringerà il proprietario del negozio a spendere soldi per ripararla. Il vetraio, con i soldi guadagnati, si comprerà un vestito, pagando così il commerciante (e lo stilista) i quali potranno spendere più soldi e così via.
A prima vista il ragionamento sembra corretto, ma non lo è. Seguendo infatti questa logica, il ragazzino potrebbe distruggere l'intero palazzo, in questo modo il proprietario spenderà più soldi, facendo arricchire oltre al vetraio anche i muratori. Ma allora buttiamo giù tutti i palazzi, così stimoleremo l'economia in maniera enorme. Ma allora Krugman ha ragione quando dice che ci vorrebbe una guerra mondiale, così da avere uno stimolo, proveniente dai governi (quindi soldi pubblici) per rilanciare l'economia.


L'errore è semplice: riparando la finestra, il proprietario del negozio si impoverisce, e dovrà utilizzare X euro per ripararla. Questi X euro però, gli aveva già prima, e gli avrebbe utilizzati per comprarsi egli stesso un vestito. Spendendo i soldi per la finestra, il vestito non lo comprerà, e sarà più povero.

Andando oltre questo banale esempio: il lavoro pubblico offerto dal governo viene pagato con le tasse dei cittadini (maggiori soldi pubblici spesi equivale a maggiori tasse, e noi in italia lo sappiamo bene), i quali, impoverendosi, non potranno poi spendere questi soldi. Se il governo, al posto di offrire (e quindi spedere soldi e mantere tasse alte) tanti lavori pubblici, abbassasse questa spesa, abbassando le tasse, i cittadini avrebbero più soldi, che spenderebbero in, chessò, frigoriferi, forni, macchine. La conseguenza di tutto ciò è che si creerebbero nuovi posti di lavoro automaticamente, in quanto la domanda di beni è cresciuta, e quegli stessi operai pubblici andrebbero in un settore privato, lavorando, senza però percepire uno stipendio pubblico (quindi non gravando sulle casse dello Stato).


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