mercoledì 21 luglio 2010

Il PIL italiano è drogato dalla spesa pubblica (e dal debito pubblico)?



In questi giorni sto parlando molto di economia, confrontando vari dati trovati sulla rete (da fonti autorevoli ovviamente). Quest'oggi voglio parlare di una particolarità, che si può riscontrare in quasi tutti i paesi, mai n particolare nel nostro.
Per curiosità sono andato a confrontare i dati di crescita del PIL e del debito pubblico. Questo è il dato sulla crescita del prodotto (fonte):




















Non stupitevi dell'incremento avuto durante le due guerre, è normale: il primo motivo lo scoprirete presto, il secondo è ovvio: aumenta la produzione, e quindi anche il PIL cresce.


Andando a vedere poi il dato sull'evoluzione del debito pubblico, si scopre che (stessa fonte di prima, Banca di Italia)


















Curioso vero? Andando a vedere i dati (grafici) si scopre che il PIL italiano è cresciuto al crescere del debito pubblico, e decresce quando anche il debito diminuisce.
Tralasciando i dati pre seconda guerra mondiale, vorrei concentrarmi sugli anni del boom economico italiano (dal 1960 in avanti).
Confrontando questi dati si capisce che una delle cause (molto forte fra l'altro) del nostro boom è lo spaventoso indebitamento avuto nel nostro paese, che ha come conseguenza un aumento del PIL (come direbbero i Keynesiani). Questo non deve stupire, infatti, se andiamo a rivedere la formula per il calcolo del PIL (Y) abbiamo:

Y=C+I+G+NX

dove:
  • Consumo (C)= beni e servizi acquistati dagli individui e si suddivide in beni durevoli, non durevoli e servizi
  • Invesitmenti (I)= beni acquistati per uso futuro e sono suddivisi in invesitmenti fissi delle imprese, investimenti residenziali e investimenti in scorte
  • Spesa pubblica (G)= beni e servizi acquistati dalle amministrazioni centrali o periferiche
  • Esportazioni nette (NX)= differenza fra i beni esportati all'estero e i bene importati dall'estero
Aumentando la spesa pubblica (debito), si stimola l'economia (G aumenta) e di conseguenza il PIL cresce (Y aumenta).
Il problema è che la spesa pubblica deve avere un aumento che porti ad un risultato positivo (che aumenti le esportazioni, solleciti i consumi e gli investimenti, riduca le tasse in un secondo momento e abbassi il debito), cosa che in Italia non è avvenuta, per una serie di motivi: sprechi (vedi Striscia la Notizia "E io pago" ad esempio, oppure i servizi di Mingo e Fabio), soldi spesi male in strutture ed investimenti non efficienti, eccessive remunerazioni pensionistiche, troppe assunzioni etc etc.
Questo ha portato nel tempo un aumento delle tasse e in vari periodi (anni '80 soprattutto) inflazione elevatissima. Tanto per fare un esempio (fonte):


















Come potete vedere la pressione fiscale è aumentata all'aumentare della spesa e del debito. Un aumento però delle tasse comporta ad una riduzione dei consumi e quindi del PIL.

In conclusione, il PIL italiano è drogato dal debito pubblico? In parte lo è stato, anche se metterei drogato fra virgolette, in quanto se è vero che gran parte della spesa pubblica è stata buona solo nel breve periodo, ma disastrosa nel lungo (e oggi ce ne accorgiamo), questo rappresenta una eccezione di mal gestione: gli altri paesi hanno sì beneficiato dell'aumento del debito, ma investendo bene i soldi e riuscendo a contenere il proprio debito (lasciando da parte questi ultimi due anni che sono fuori contesto) e la propria spesa, infatti hanno una pressione fiscale in media minore alla nostra.





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