Quando dico e sento dire che in Italia bisogna assolutamente ridurre la spesa pubblica al fine di ridurre il debito e la tassazione, la primissima opposizione è quella della "distruzione" dei servizi forniti al cittadino e più in generale dello stato sociale.
Quello che cerco di chiarire e dimostrare attraverso il blog è che non è sempre così, anzi! In molti casi tagliare la spesa pubblica significa risparmiare soldi che vengono buttati via, sprecati in svariati modi. L'Italia non fa eccezione. Se proprio vogliamo dirlo, noi siamo l'esempio dello spreco di denaro pubblico.
Stamattina mi sono imbattutto in questo articolo che tratta dei costi spaventosi ed inutili della regione Sicilia. Cito:
"Una legge, la numero 10 del 2000, che creava la terza fascia dirigenziale. Trasformando tanti funzionari di alto livello, appunto, in dirigenti della Regione.Vi chiedo: tagliando questi costi....si distruggerebbero stato sociale e servizi della regione Sicilia?
Che, tanto per capirci, sono la bellezza di 1.906, un numero che rappresenta il 10,66% dell'intero personale dipendente della Regione. Per intenderci, nel 2009, questo rapporto nelle regioni a Statuto ordinario era pari al 5,80% e nelle Regioni a statuto speciale al 4,57%.
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La stessa logica, in fondo, che ha portato alla proliferazione di consulenti ed esperti. Anche in questo caso, nonostante i quasi duemila dirigenti, il governatore e gli assessori non hanno lesinato nomine e incarichi che hanno finito per costare, stando alle cifre diffuse in uno studio della Cisl – Funzione pubblica, qualcosa come 1,2 milioni di euro nel biennio 2010-2011.
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Mentre la giunta sarda nel 2011 contava su 58 autisti, il governo siciliano ne stipendiava la bellezza di 135. Due volte e mezzo il numero di conducenti, a parità di vetture. E ovviamente, il dato non può che tradursi in euro. Mentre la Sardegna, infatti, pagava per i suoi autisti 2,3 milioni di euro l'anno, la Sicilia scuciva nel 2011 la cifra enorme di 5,754 milioni.